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Le fasi della crescita. La formazione dell'identità
di Obiettivo Chaire *

LA FORMAZIONE DELL'IDENTITA'

La sessualità umana è allo stesso tempo dono ricevuto e compito affidato a ogni essere umano, da realizzare attraverso il percorso educativo verso la maturità sessuale, che va di pari passo con la maturazione generale della persona. Alla maturazione sessuale e alla sua completa polarizzazione concorrono vari fattori, tra i quali fattori biologici, educativi e culturali.

1. I fattori biologici

Il termine sesso deriva dal verbo latino secare, cioè «separare, distinguere, differenziare» e richiama quella distinzione (dimorfismo sessuale) che rende diverse e complementari due parti di un'unica realtà: la persona umana. Tale termine, pertanto, esprime l'appartenenza di ogni individuo a una delle due espressioni dell'unica natura umana. Il punto di partenza del lungo processo di sessualizzazione si situa nel momento del concepimento e si sviluppa secondo quelle che vengono definite le tappe della polarizzazione sessuale dal punto di vista biologico.

 1.  Prima tappa: sesso genetico
 

Ha inizio al momento del concepimento, quando si forma il DNA dell'embrione umano allo stadio unicellulare (zigote). Grazie al suo genoma, che inizia a formarsi dal momento stesso della fecondazione, egli ha una precisa identità, è orientato e determinato a uno sviluppo ben definito. L'informazione genetica è raccolta in strutture particolari chiamate cromosomi, contenuti nella nuova cellula e successivamente in tutti i miliardi di cellule del corpo umano di ogni età. Delle 23 coppie di cromosomi contenute nello zigote, una è quella che determina il sesso cromosomico: se è presente la coppia XY avremo un embrione di sesso maschile, se XX l'embrione sarà di sesso femminile. La differenziazione sessuale inizia già in questo momento attraverso l'attivazione biochimica dipendente dalle diverse informazioni genetiche presenti sulla coppia dei cromosomi sessuali.

Nel cromosoma Y di ogni cellula si struttura il fattore TDF (testis determining factor) che codifica una proteina ricca di zinco (ZFY) con funzioni regolative dell'attività cellulare. Analogamente nel cromosoma X di ogni cellula viene codificata la proteina ZFX. Ciò significa che l'embrione di sesso maschile avrà in tutte le sue cellule sia la proteina ZFX sia la proteina ZFY, mentre quello di sesso femminile avrà una quantità doppia di proteina ZFX. Fin dal concepimento, quindi, tutte le cellule lavorano "in senso maschile" o "in senso femminile".

2. Seconda tappa: sesso gonadico
  Tra il 20° e il 90° giorno si formano le gonadi differenziate (testicoli/ovaie): nell'embrione di sesso maschile viene prodotta una proteina AgHY, assente in quello di sesso femminile, fondamentale nel far evolvere le strutture gonadiche primitive nelle gonadi maschili funzionali. L'assenza, nell'embrione di sesso femminile, di tale proteina causa la formazione delle gonadi femminili, tra il 50° e il 70 ° giorno dal concepimento.
3. Terza tappa: sesso fenotipico
  Dall'ottava settimana di gravidanza, per la produzione di ormoni (androgeni o estrogeni) che agiscono sulle cellule, si ha la formazione e l'organizzazione dei genitali interni ed esterni, rendendo visibile la differenziazione fenotipica, che non concerne solo gli organi genitali diversi, ma coinvolge tutta la struttura somatica.
4. Quarta tappa: sessualizzazione cerebrale
  La sessualizzazione si estende a tutto l'organismo, influenzando anche il Sistema Nervoso Centrale (SNC). Di fatto, è proprio la sede extragenitale dove più si avverte il dimorfismo sessuale. L'azione precoce degli ormoni secreti dalle gonadi determina la differenziazione nella struttura e nel funzionamento di gruppi di cellule cerebrali. Tale differenziazione interessa innanzitutto le aree legate ai processi e ai comportamenti riproduttivi, ma anche la neocorteccia del cervello, coinvolta nelle attività cognitive e nelle esperienze coscienti. È cosa nota la diversità di maturazione di certe capacità tra maschi e femmine: ad esempio lo sviluppo del linguaggio avviene prima nelle donne che negli uomini, che al contrario acquisiscono prima la capacità di rappresentazione visuo-spaziale.

Ma la persona non si esaurisce a livello esclusivamente biologico. Al dimorfismo anatomico si intreccia quello psicosessuale, in cui giocano un ruolo importante, tra gli altri, l'acquisizione del proprio schema corporeo, il confronto con le corporeità altrui, i valori e/o le denigrazioni che vengono raccolti.

2. I fattori educativi e culturali

Tra le componenti più importanti nella maturazione della sessualità umana vanno richiamate quelle derivanti dalle relazioni che si stabiliscono tra il soggetto e l'ambiente familiare e socio-culturale. Analizzeremo tali fattori educativi e culturali, suddividendo il percorso educativo in cinque tappe, semplificando la scansione proposta da Erickson.

  1. Prima tappa: dal concepimento all'anno e mezzo
    Il bambino ha bisogno di essere accudito, curato e di ricevere affetto, soprattutto attraverso il contatto fisico, il sorriso e la parola. Circondato dall'amore, il bambino matura la fiducia, dote importantissima. In questa età egli deve imparare a distinguere se stesso dalla mamma: la fiducia gli consente di ottenere questo risultato, senza eccessive difficoltà. Se chi lo circonda gli nega la soddisfazione dei suoi bisogni primari e affettivi, avremo un adulto che incontrerà molte difficoltà nell'aprirsi agli altri.
  2. Seconda tappa: da 1 anno e mezzo a 3 anni
    Il bambino ha bisogno di muoversi, agire; comincia a distinguersi dalle cose, a dominarle. La conquista positiva di questa età è l'autonomia: può fare le cose e per questo si sente sicuro. Ciò può dare al bambino un senso di onnipotenza, il che richiede un'educazione al senso del limite attraverso poche e chiare regole alle quali non può e non deve sottrarsi. Gli atteggiamenti negativi, a seguito della mancata autonomia, sono il dubbio e la vergogna: il bambino non sa fare, ha paura di sbagliare, è insicuro. Tra il 2° e il 3° anno si ha la prima fase di polarizzazione sessuale sul piano psicologico. Il bambino si sente dire di essere maschio o femmina, e si identifica attraverso il corpo con il proprio sesso. Questa fase viene detta "sesso di assegnazione". Il bambino sviluppa un'attenzione maggiore per il proprio corpo, si accorge delle differenze, e cerca di imitare il genitore del proprio sesso; si parla, infatti, di polarizzazione sessuale di imitazione. È importante che il genitore da imitare sia per il bambino una persona positiva, affettivamente significativa.
  3. Terza tappa: da 3 anni a 5-6 anni.
    È il momento della curiosità su di sé, sull'origine della sua vita, l'età dei perché. Il bambino esplora il mondo e il proprio corpo, con il fenomeno della "masturbazione primaria", che non è altro che la manipolazione istintiva dei propri genitali. Si tratta di un fenomeno di norma transitorio: quando il bambino cresce in un ambiente familiare sereno e gratificante, viene rapidamente superato. L'espressione psicologica comincia a differenziarsi secondo i sessi, sia nel gioco che nelle modalità di socializzazione. L'atteggiamento positivo è l'iniziativa: il bambino sa osare e pone i "perché". La mancata conquista è la colpevolezza. Il bambino non riesce o crede di non riuscire a fare le cose, per questo si sente indegno e colpevole, si ritira in se stesso, si estranea dall'ambiente, rifiuta il gioco e si rifugia nel succhiarsi il pollice o nell'eccessiva manipolazione dei genitali. In questa età si ha la seconda fase di polarizzazione sessuale sul piano psicologico. È l'età del "complesso di Edipo" per i maschi e del "complesso di Elettra" per le femmine. Il bambino, ad esempio, "s'innamora" della madre. Se la relazione tra i due genitori è buona, egli si accorge che l'affetto della madre per lui è diverso da quello che la madre prova per il padre. Per conquistare la madre il bambino cercherà allora di assomigliare sempre più al padre. Ciò favorirà l'identificazione affettiva e sessuale col genitore del proprio sesso, e quindi l'accettazione del proprio. Si parla, infatti, di polarizzazione sessuale di identificazione. Perché tutto ciò avvenga in modo corretto occorre, però, che le figure parentali siano positive, equilibrate e abbiano maturato tra loro una buona relazione affettiva, basata sulla reciproca stima e sulla valorizzazione della persona del coniuge. In caso contrario il processo identificativo non si verificherà o si realizzerà in modo parziale o incompleto.
  4. Quarta tappa: da 5-6 anni a 11 anni
    La crescita, in questa tappa, è più regolare sia sul piano fisico che affettivo. L'interesse è rivolto principalmente all'apprendimento: il ragazzo comincia a usare il pensiero con proprietà e aumenta l'interesse per la socialità, per gli altri. È l'età dello sviluppo razionale e della produttività. Matura il senso di responsabilità, incontra nuovi modelli di identificazione extra-familiari, che diventano modelli da imitare. L'atteggiamento negativo è il senso di inferiorità: il ragazzo teme di fare brutte figure, prova invidia dei compagni migliori, prova rivalità e disprezzo verso gli altri, ha atteggiamenti di fuga e di scoraggiamento.
  5. Quinta tappa: da 11 a 16 anni
    Questa fase comprende la pre-adolescenza e l'adolescenza. È l'età della marginalità: non è più un bambino e non è ancora adulto. Il corpo cambia, il pensiero cambia, l'emotività è ipereccitata. L'adolescente ha bisogno di essere accettato e veder riconosciuto il suo ruolo in famiglia. Gli atteggiamenti positivi che si raggiungono sono l'identità e l'integrità. Acquista la capacità di sentirsi se stesso nonostante le variazioni e i cambiamenti, di avere costanza e volontà, e cerca di dominare l'emotività, l'affettività, la ragione, impegnandosi ad armonizzarle tra loro. L'atteggiamento negativo è la diffusione dell'io. Il ragazzo manca di personalità e di ruolo, non è al centro di se stesso, è preda degli altri e delle proprie pulsioni, è insicuro. Si verifica qui la terza fase di polarizzazione sessuale sul piano psicologico. Il ragazzo scopre gli ideali di vita degli adulti: se li accetta, cerca di viverli; se li rifiuta, si lascia vivere. In questa età si completa l'educazione al pudore, al rispetto e alla sobrietà. Lo sviluppo psicosessuale conosce le tre fasi adolescenziali della maturazione sessuale.
    La fase autoerotica: il soggetto è ripiegato su di sé. È il periodo in cui egli riscopre l'io, la sessualità, la genitalità, l'istintualità. Il ripiegamento su di sé può manifestarsi nella masturbazione, questa volta voluta, tipica di un io fragile e insicuro che si abitua a guardare a sé, ai propri desideri, atteggiamento che impedisce o comunque rende difficile aprirsi agli altri.
    La fase dell'amico/a del cuore: il soggetto comincia ad aprirsi agli altri e corre il rischio di essere respinto. Questo rischio viene percepito come maggiore se si rivolge all'altro sesso: realtà attraente ma anche temuta, in quanto sconosciuta. Ecco allora che l'adolescente preferisce iniziare ad aprirsi con i soggetti a lui/lei più simili, quelli dello stesso sesso. È la fase dell'amico/a del cuore, esperienza che può anche connotarsi affettivamente, senza che ciò vada interpretato come segno di omosessualità. Occorre evitare alcuni gravi errori in questa delicata fase educativa, come quello di favorire esperienze eterosessuali precoci che, dominate dalla paura, sono esposte a un sicuro insuccesso, comportando, quindi, un rafforzamento del ripiegamento verso le persone del proprio sesso. Altro grave errore è non difendere gli adolescenti dalla pornografia che crea angoscia, strutturando immagini false dell'altro sesso e generando un'ansia da prestazione che può generare il bisogno compulso di mettersi alla prova, accompagnato dalla paura dell'insuccesso. La presentazione e la valorizzazione di ideali, di modelli validi, di personaggi positivi, in particolare dell'altro sesso, aiutano invece ad acquisire la fiducia necessaria per compiere il passo successivo.
    La fase eterosessuale: il soggetto si apre all'altro sesso, di cui ama prima l'ideale, che poi si concretizza in una persona. Questa fase si completa nell'età giovanile, con l'incontro con un tu personale, con il quale realizzare una scelta di vita verso un progetto d'amore.

Fonte: Obiettivo Chaire

Data di pubblicazione: domenica 26 giugno 2016
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